CARO VERSCININ (lettera inedita). [ORIGINE n. 3]
Pubblichiamo un documento inedito ritrovato tra le carte dell’Archivio Zavattini dove lo stesso autore parla del finale di “Ladri di Biciclette”, il film che diretto da Vittorio De Sica nel 1949 vincerà l’Oscar come miglior film straniero e consacrerà il neorealismo italiano nel mondo.
Nella lettera (inedita e qui riproposta per la prima volta) al suo traduttore in russo, Lev Verscinin, Zavattini parla del nucleo originario del finale drammatico e toccante a cui aveva pensato molti anni prima di realizzare il film, come ne prova il breve testo qui riproposto, e scritto negli anni 30’.
Roma 8.3.1982
Caro Verscinin,
ho appena ricevuto la tua lettera e fortunatamente dopo domani viene il nostro Corghi a Mosca!
Più fortunato di così non potrei essere. Ne potrei avere un tramite più intelligente e più informato [..]
Io ti accludo anche un libro uscito da Einaudi che forse ti hanno mandato: “AL MACERO”, dove ci sono tre o quattro cose che potrebbe interessarvi. Non so.
Per esempio a pag.54/55 ci sono le diciotto righe che ricordano “Ladri di Biciclette” e che io ho scritto assai prima di aver avuto l’idea del Film. Ma sareste voi a decidere se c’è qualche pagina che meriti di essere introdotta nel libro.
[…]
Che debbo dirti di più? Caro Verscinin.
Ti abbraccio con Boghensky ma dammi anche qualche notizia relativa al tuo personale lavoro.
[…]
L’esperienza mi insegna che più le idee sono buone più è difficile metterle operativamente in moto. A me questa pare una necessità seria, concreta, che non riguarda solamente il mio paese.
Cesare Zavattini.