Racconti

COLLOQUIO C/O AZIENDA LEADER NEL SETTORE di Francesco Dezio

Si spalanca in automatico il portello dell’ingresso principale. Oltre la vetrata, sul muro a sinistra, campeggia un poster gigantesco (cm 80 3 100). È la riproduzione di un uomo e una donna che, mano nella mano, si stagliano contro un tramonto a colori ipersaturi.
In taglio basso, centrato, con orientamento a ferro di cavallo, scritto giallo fosforescente, è riportato il credo aziendale.

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1° -posto (6 anni)*: quindici giorni di vacanza alle Barbados.
2° posto (4 anni): abbonamento a sky per un anno.
3° posto (3 anni): televisore Mivar 14 pollici a colori.
4° posto (2 anni): tritatutto Bialetti.

Lavori comandati, a punteggi, a punti premio, a bollini, a classifica, per chiamata diretta, file sharing, a diagrammi di incentivazione, a torta, a grattacielo, a curve, a trattini, a linee, a fasce, a strisce…
L’operaio, questo operaio, Gesualdo, ringrazia. La mamma salmodia, la foto del cor di Gesù dell’ingegnere schiacciata contro il petto, “Grazie, grazie, non fosse per vuje mio figlio starebbe ancora disoccupato a fare i vermi, senza un lavoro serio, a lavorare a nero.
“Dovevi vedere tu,” racconta ora a una vicina di casa, “come lo sfruttava il principale dove stava prima, la metà di quello che dichiarava in busta gli dava.”

Coniugato con prole è contento: ride soddisfatto. Si sbottona la pettorina, si siede a tavola. Che vuole di più? Si mangia, si scopa e si caca. Si va a scuola e s’impara un mestiere. Al televisore c’è già arrivato.
Cavatelli Antonella è la donna che ha sposato. Si sono conosciuti in fabbrica; lui l’andava a pizzicare tutte le sere, all’uscita del cancello. Si facevano la camminata assieme. Si sono trovati subito simpatici; a Gardaland si sono dichiarati sull’Isola dei Pirati, davanti a Peter Pan. Adesso sono sposati, hanno in cantiere un bel bebè e sono felici, perché come regalo di nozze il team leader ha fatto loro il piacere di spostarli nello stesso turno. Eccoli, ora, davanti al televisore, trafitti dai raggi del tubo catodico, mentre guardano un programma sulle coppie in crisi condotto da Maria De Filippi.
E c’è una foto in cornice dorata, poggiata giusto sul televisore, la foto del loro matrimonio tra covoni di fieno scenograficamente sparpagliati sul fondale di plastica, lei con una calza smagliata, il vestito bianco da sposa; lui, imbalsamato nel gessato, sguardo fisso sull’avvenire.
Gesualdo, detto anche “u sc’mmion” (è affetto da irsutismo), che cazzeggia amabilmente coi compagni e mette a repentaglio la sua vita a diagramma piatto sniffando colle e solventi, dodici ore su ventiquattro (otto più gli “straordinari”, sabato e domenica compresi). L’operaio, questo rottame proveniente dallo spazio, anni luce distante dal presente, che strizza gli occhi al sole che non c’è più abituato, mentre ritira la medaglia al valore consegnata per mano dell’ingegnere. Eccolo, mentre a mutuo pagato si sogna la pensione tirandosi una sega nel cesso.

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Admin

Origine - genesi sociale degli immaginari mediali - Direttore MICHELE INFANTE